Capitozzatura: pratica vecchia, dannosa e pericolosa
Anche quest’anno, con il finire dell’inverno e l’esplosione improvvisa della primavera, abbiamo assistito a numerosi interventi di sistemazione di piante private, anche lungo strade principali e di grande passaggio di Spinea, eseguite purtroppo con il metodo della capitozzatura.
Avevo già sentito parlare in termini negativi di questo metodo, ma ho deciso di approfondire la cosa, e di condividerla.
La capitozzatura è, probabilmente, la più dannosa pratica di arboricoltura conosciuta. Malgrado anni di letteratura che spiegano i pericolosi effetti, rimane una pratica diffusa tra chi “ha imparato a potare” seguendo vecchie usanze e credenze.
COS’E’ LA CAPITOZZATURA ?
Capitozzare significa togliere indiscriminatamente tutti i rami sottili di una pianta, mantenendo solo quelli più grandi e vigorosi, che vengono comunque accorciati quasi fino al tronco: il risultato di questa operazione è che i rami non avranno più le gemme apicali, e quindi tutte le gemme dormienti al di sotto dei tagli si sveglieranno producendo una serie di rami e gemme a rapida crescita, perché senza foglie, e senza fotosintesi, un albero non sopravvive.
Questa pratica ha radici antiche ed un tempo era motivata dal fatto che la legna era una importante fonte di reddito, e veniva utilizzata per scaldare le case e quindi veniva utilizzata qualsiasi fonte.
Il motivo oggi più comunemente dato per capitozzare è ridurre le dimensioni dell’albero e renderlo più sicuro.
La capitozzatura, invece, non è un metodo che riduce il pericolo, viceversa, nel lungo periodo, rende un albero più pericoloso.
LA CAPITOZZATURA DANNEGGIA GLI ALBERI
La capitozzatura rimuove la maggior parte della chioma di un albero. Le foglie producono l’energia necessaria alla vita delle piante, pertanto un albero improvvisamente defogliato può temporaneamente “morire di fame”.
La severità della potatura può innescare un meccanismo di sopravvivenza: la pianta attiva le gemme latenti forzando la rapida crescita di germogli attorno ad ogni taglio (ha bisogno di creare, nel più breve tempo possibile, una nuova chioma). Se un albero non possiede l’energia di riserva sufficiente a creare rapidamente una nuova chioma resterà gravemente danneggiato e rischierà di morire.
Un albero danneggiato è più vulnerabile ad attacchi di insetti e di malattie: ampie ferite da potatura lo espongono agli attacchini di alcuni insetti che sono attratti dai segnali chimici emessi dagli alberi danneggiati.
LA CAPITOZZATURA NON FUNZIONA
Se lo scopo è di contenere le dimensioni dell’albero, la capitozzatura non funziona. Un albero, dopo la capitozzatura, aumenta il tasso di crescita, nel tentativo di rimpiazzare rapidamente le foglie perdute, necessarie per fornire nutrimento al fusto ed alle radici.
LA CAPITOZZATURA CAUSA DEPERIMENTO
L’albero, se sufficientemente in salute, è predisposto biologicamente per chiudere da solo una ferita non troppo estesa. Tagli lungo un ramo creano monconi con ferite che la pianta non è in grado di chiudere ed i tessuti vegetali esposti iniziano a deperire. Normalmente un albero crea una barriera ma se le ferite sono molte e gravi, come quelle prodotte dalla capitozzatura, questo processo non riesce e i tessuti in deperimento offrono, agli agenti esterni, una facile via verso le parti interne della branca.
LA CAPITOZZATURA CREA PERICOLO
Il meccanismo di sopravvivenza che causa la produzione di molteplici germogli attorno ad ampie superfici di taglio darà luogo a nuove ramificazioni che, a differenza delle normali branche che si sviluppano in una cavità di tessuti sovrapposti, saranno ancorate solamente agli strati più superficiali della branca genitrice. Questi rami cresciuti velocemente saranno predisposti alla rottura. Paradossalmente, al contrario di quanto si voleva ottenere, il risultato è una pianta più pericolosa di prima.
LA CAPITOZZATURA ABBRUTTISCE GLI ALBERI
La struttura naturale delle branche di un albero non è un caso. Gli alberi hanno una moltitudine di forme e dimensioni finalizzate fondamentalmente ad una ottimale captazione della radiazione solare nelle diverse condizioni.
Il risultato è l’innumerevole varietà di architetture che definiscono l’identità di ogni specie arborea e che costituiscono il carattere fondamentale della bellezza di ogni albero.
La capitozzatura lascia orribili monconi che non riprenderanno la loro forma originale: un albero capitozzato ha perso per sempre la sua naturale architettura.
LA CAPITOZZATURA NON E’ UN RISPARMIO ECONOMICO
Il costo della capitozzatura non è limitato al costo dell’azione in se.
Se l’albero sopravvive richiederà costanti potature per diversi anni (sarà necessario ridurne ulteriormente le dimensioni per evitare la rottura delle branche); se l’albero muore dovrà essere abbattuto e rimosso.
Nella pratica della capitozzatura ci sono anche costi nascosti. Uno di questi è rappresentato dalla responsabilità (un albero capitozzato è predisposto a rotture e può essere pericoloso). Dal momento che la capitozzatura è riconosciuta come una pratica inaccettabile di potatura, ogni danno causato dalla caduta dei rami può essere riconosciuta come negligenza presso un tribunale.
ALTERNATIVE ALLA CAPITOZZATURA
Ci sono momenti in cui un albero può essere contenuto in altezza e larghezza. Per ottenere questo ci sono una serie di tecniche univocamente raccomandate da tutti gli studiosi del mondo.
Ad esempio: se una branca deve essere rimossa lo si deve fare dal suo punto di origine; se una branca deve essere accorciata si deve tagliare in un punto in cui non sia troppo larga per prendere il ruolo di terminale. Una regola è tagliare presso un ramo laterale di diametro non più piccolo di 1/3 del diametro della parte che si intende rimuovere.
Questo metodo di riduzione delle branche aiuta a preservare la naturale forma dell’albero. In ogni caso, se è necessario praticare considerevoli tagli, l’albero potrebbe non essere in grado di chiudere la ferita. Qualche volta la miglior soluzione è rimuovere la pianta e rimpiazzarla con una più appropriata allo spazio a disposizione.
D.B.
(26 aprile 2018)