Facciamo un salto al Castello di Orgnano? di Emanuele Bortolato
Facciamo un salto al Castello di Orgnano? Un interessante contributo di Emanuele Bortolato, scritto su suggerimento del CAO di Orgnano.
“così anche quelli del centro imparano qualcosa su Orgnano”
buona lettura
Facciamo un salto al Castello di Orgnano?
di Emanuele Bortolato
Avete presente il gioco del Campanon? Oggi ve ne propongo uno simile, fatto di immaginazione e salti avanti e indietro nel tempo: saltando indietro possiamo viaggiare a ritroso negli anni, di dieci, di cento di duecento anni a balzo, e dopo aver saltato all’indietro ritorneremo ai giorni nostri con tanti balzi in avanti. Proviamo.
Facciamo il primo salto, poi il secondo e così via e vediamo che alcune case, le vie, l’asfalto delle strade del Borgo di Orgnano, il nostro quartiere, cambiano, mutano, spariscono. Riuscite? Son sparite le auto e son comparsi i carri trainati da cavalli? Bene! Allora continuiamo a saltare indietro nel tempo assieme fino a mille anni prima di Cristo. Cosa Vedete? Ve lo dico io? Vediamo queste terre coperte in parte da acquitrini, da una boscaglia paludosa dovuta a continue esondazioni di fiumi e canali, in particolare del vecchio Muson che passava in corrispondenza all’attuale rio Cimetto, e verosimilmente vediamo in questa terra i Veneti ossia quella popolazione che brillante era per cultura, commercio e passata alla storia per l’abilità nell’allevare i cavalli.
Che cosa potevamo vedere allora nel nostro territorio?
Probabilmente qualche villaggio dei Veneti, abitazioni costruite in legno, argilla e paglia lungo il percorso dei fiumi, molto probabilmente in zona Zigaraga vi era un’area santuariale di tale popolo. Appare dunque verosimile che se grandi insediamenti Veneti erano Padova, Altino, Montebelluna e Feltre, gli stessi passavano di certo anche nella nostra terra, magari a cavallo o navigando i corsi d’acqua che erano abbondanti nel nostro territorio.
I Veneti erano popolo pacifico e facendo dei salti in avanti nel tempo vediamo che dapprima intrattenevano commerci con Greci ed Etruschi e successivamente con la nascita e crescita dell’Impero Romano, gli stessi avevano relazioni amichevoli e leali con i Romani tanto che nel corso dei secoli fu permesso ai Romani di insediarsi nei nostri territori e nel tempo diffondere la cultura romana che lentamente soppiantò quella veneta.
Saltiamo avanti di qualche centinaio d’anni e siamo immersi in epoca romana. Il nostro Borgo rappresentava un pagus: molti sono i ritrovamenti di tale periodo, quali frammenti di sarcofagi, cippi, anfore, basamenti e statue nel tempo dissotterrate in parchi e campi tra Orgnano, Crea e Spinea. Ricordate l’area santuariale Veneta in Zigaraga prima citata? Ora dai Romani è stata trasformata in una grande villa romana che copre circa tremila metri quadri. D’altra parte c’è chi sostiene che il nome Spinea derivi proprio dall’epoca romana per il semplice fatto che tra il graticolato di Santa Maria di Sala e quello di Altino non vi era corrispondenza geometrica pertanto a Spinea le strade erano “a spina” per collegare i due diversi orientamenti stradali. Altri invece dicono che il nome Spinea derivi dal fatto che le zone paludose del territorio erano ricche di rovi e spine appunto.
Ma il nome Orgnano invece da dove arriva?
Immaginiamo ora che il nostro gioco ci faccia saltare non solo avanti e indietro nel tempo ma anche nello spazio e balziamo in Friuli.
Un salto e siamo ad Aquileia: capitale della X Regione Augustea Venetia et Histria, ebbene da qui partì un nobile patrizio romano che di nome faceva Ornius Aurenius al quale venne affidato dagli aquileiensi un fondo rurale nell’attuale Basiliano non troppo distante da Udine, ove dapprima costruì una villa romana che nell’avvicendarsi dei secoli divenne castrum e via via un Castello a difesa delle abitazioni della famiglia e colonia romana; famiglia i quali membri iniziarono a venir nominati e riconosciuti come “da Orgnan”, “Orgnani” in onore a colui che fondò tale colonia: ora Orgnano, frazione del comune di Basiliano (Ud).
Sta di fatto che saltando temporalmente in avanti attorno al novecento dopo cristo, troviamo una epoca di grandi e continui conflitti. Caduto l’Impero Romano vi era un continuo e disordinato andirivieni di popoli barbari che lottavano per il predominio tanto in Veneto che in Friuli.
Una delle grandi dispute dell’epoca fu la lotta per il Regno d’Italia che dopo la caduta dei Regni Longobardi, vedeva uno degli attori principali in Berengario del Friuli il quale, Marchese dell’Impero, erede al trono per via materna ambiva al titolo di Re d’Italia. I suoi domini si estendevano dal Friuli a Verona e lo stesso puntava all’unificazione del Nord Italia con capitale in Pavia, pertanto nelle nostre terre molti erano i passaggi delle carovane reali del Berengario che in cerca di alleanze ed appoggio elargiva investiture e terreni. In quell’epoca arrivarono anche nel nostro Borgo tali elargizioni e verosimilmente proprio a qualche ramo cadetto dei nobili Orgnani che abbiamo visto prima istallatisi nei pressi di Udine.
Proprio qui, poiché il territorio di Orgnano era divenuto nel tempo luogo strategico: ricordate il fiume Muson e i vari aquitrini che abbiamo citato all’inizio del nostro gioco di salti nel tempo? Questa principale via d’acqua fondamentale per gli spostamenti di Veneti e Romani, importantissima pure per Longobardi e i Franchi era divenuta confine tra due potenti realtà medievali: Treviso e Padova. Entrambe le città infatti riportano tale fiume nella descrizione dei propri antichi confini: “Monti, musoni, ponto, dominorque Naoni” ad indicare quelli di Treviso ossia “prealpi bellunesi, il fiume Muson, il mare della laguna e il Fiume Noncello”, contrapposto al sigillo medioevale padovano che riportava “Muson Mons Athes certos dant mihi fines” ovvero “il Muson, il monte Grappa, l’Adige e il mare danno sicuri confini”.
Importante era Orgnano, che divenne fortificazione lungo il confine, al pari di Camposampiero, Stigliano, Noale, Mirano e Mestre.
Orgnano tra il 1000 e il 1100 eresse quindi il suo castello, attorno allo stesso vi erano: il Muson, a sud il Tergola/Piovego e il Lusore; a nord il Parauro che diventava Draganzolo e ad ovest la Fossa Padovana.
Non vi sono riferimenti geografici precisi sulle mura e il Castello ma possiamo ipotizzare che il centro fosse in prossimità dell’Oratorio di San Leonardo di Noblac, dedicato all’abate francese il cui culto esplose in Europa proprio nel XI secolo, e in corrispondenza dell’intersezione tra via Roma e Via Luneo. Verosimilmente sulla piazza interna al Castello si riversava anche l’attuale via Martiri della Libertà che da qui portava verso la regola di Crea. Possiamo immaginare quindi le mura attorno alla corte abbastanza ampie da contenere l’attuale villa Saviane-Volpato, villa Baffo-Decio, ma forse, visto l’alveo dei corsi d’acqua avrebbe potuto contenere anche villa Zampironi-Franchi e villa Tozzi ad est e villa dall’Acqua-Salviato ad ovest, a nord vi era il confine naturale dell’alveo dell’attuale Rio Cimetto mentre a sud immaginiamo l’attuale via Roma interna alle mura al fine di controllare il passaggio delle merci e delle genti. D’altra parte la fortuna di un castello era dato dai dazi di passaggio oltre che dall’agricoltura delle terre.
Attorno al 1100 leggiamo che il Castello di Orgnano apparteneva alla contessa Sofia Orgnano mentre successivamente del 1173 lo stesso Castello è usato come garanzia nella vendita del maniero di Villanova dalla contessa Cunizza moglie del conte Giacomo Manfredini di Padova.
Appare chiaro che in quegli anni il Castello di Orgnano era sotto l’influenza politica padovana, al contempo tuttavia non era disinteressata all’influenza del Principe Vescovo di Treviso e forse per decenni i Conti di Orgnano intessero rapporti politici e commerciali con entrambe le città al fine di trarne guadagno. Chi invece si staccò dalla guelfa Padova a favor della ghibellina Treviso fu il Conte Giordanino da Orgnano che nel 1187 appoggiò le idee ghibelline di Ezzelino il Monaco, nobiluomo che disponeva di influenze ed interessi tra Verona e Vicenza, Treviso e Padova. L’appoggio politico e militare del Giordanino fu ripagato con il titolo di podestà di Vicenza e la stessa Orgnano passava sotto l’egida della diocesi trevigiana entrando il Giordanino e gli Orgnano a tutti gli effetti nobili al pari di ogni Signore della marca trevigiana acquistandone anche la cittadinanza. Nel 1223 mentre Giordanino d’Orgnano si ritirava presso le terre degli Orgnano in Friuli, il Castello passò di mano prima ai Lana che vendettero successivamente la tenuta a Pietro Ziani figlio del Doge veneziano e lui stesso futuro Doge di Venezia, attestando il primo passo della Serenissima verso le terre retrostanti la laguna. In tali anni Il castello di Orgnano passa sotto l’influenza politica della potente casata dei Tempesta, avogari del Vescovo di Treviso.
Il castello di Orgnano nel 1320 già coinvolto negli equilibri precari tra le città rivali di Padova e Treviso, venne coinvolto nella battaglia tra la Verona di Cangrande della Scala e Padova, nell’occasione alleata con Treviso. La battaglia avvenne nell’area di Zigaraga prima e sotto le Mura di Mestre poi ove due capitani spinetensi Bernardino da Spineta e Girolamo da Spineta respinsero l’assalto veronese. Orgnano rimasto fedele a Treviso contrariamente a Noale, fu tuttavia molto danneggiato nel suo territorio e la stessa chiesa pievana matrice di Santa Maria Assunta di Rossignago distrutta e resa inutilizzabile.
Un piccolo salto in avanti e si arriva al 1339 quando il Castello di Orgnano, assieme a Noale, seguendo Treviso si consegnò alla Serenissima anticipati di un paio d’anni da Mestre. Sotto l’egemonia della Serenissima il Castello di Orgnano perse di importanza soprattutto dopo la conquista nell’entroterra di Padova, Vicenza e Verona. Tuttavia dopo la Guerra della Lega di Cambrai e le continue ribellioni di Padova la potenza Veneziana decise, al fine strategico, la demolizione di alcuni dei castelli che furono costruiti dai Padovani o che potevano in qualche modo alimentare e sostenere le ribellioni padovane: i Castelli di Mirano, Mestre, Oriago e Orgnano, passato nel frattempo alla famiglia Negri e poi ai Soranzo, ne subirono le conseguenze.
Si distrugge un Castello ma si apre una nuova epoca per il nostro territorio che ne guadagna in bellezza e salubrità: quella delle Ville Venete, unita ai vasti cambiamenti che il magistrato delle acque della Serenissima determinò con lo spostamento del percorso dei fiumi anche nel nostro territorio al fine di evitare il loro sfociare in Laguna.
Bene, un paio di balzi nel tempo e torniamo ai giorni nostri. Vi è piaciuto il gioco?
(NB: L’autore si è permesso di effettuare alcune deduzioni logiche e collegamenti che non trovano supporto in alcune delle fonti prese in considerazione, le stesse immaginano situazioni e possibilità che a parere dello stesso meritano di essere approfondite.)
Fonti:
Gallo Luigi – Spinea, Crea e Orgnano di Mestre (Venezia), 1966, Tipografia artigiana Spinea.
Rorato Aldo, Franceschin Paola – Orgnano, Oratorio di San Leonardo, 1995, Amministrazione Comunale di Spinea, Edit Master srl.
Bosmin Gabriella, Stevanato Francesco, a cura di – Spinea: una storia attraverso le fonti, 2013, Città di Spinea, Assessorato alla cultura, Tipografia Nuova Jolly
Amos D’antoni – Dai Romani a Gortani, ora c’è Evolution – Messaggero Veneto edizione Udine, 25 settembre 2012
http://www.orgnani.it/
https://www.heraldrysinstitute.com/lang/it/cognomi/orgnani/Italia/idc/806319#