Manifesto della Comunicazione non ostile: dieci punti che condividiamo con piacere
Cos’è oggi la comunicazione? Come usiamo le parole nelle nostre relazioni interpersonali, reali o social? Usiamo sempre lo stesso metodo o lo cambiamo?
Dovremmo ricordarci, cosa che spesso dimentichiamo, che le parole hanno un peso e un valore.
Chi usa i social consapevolmente sa che “virtuale è reale” e che le ostilità espresse in rete, in un gruppo o in una pagina social, possono avere conseguenze anche nella vita delle persone.
Per questo condivido i dieci punti del Manifesto della Comunicazione non ostile, ideato e pensato dall’associazione no profit “Parole O_Stili” di Trieste, nata con l’idea di sensibilizzare, responsabilizzare ed educare gli utenti della rete ad usare una corretta comunicazione.
All’origine di Parole O_Stili c’è il contributo di tanti professionisti della comunicazione d’impresa e della comunicazione politica, insegnanti, imprenditori, influencer, blogger: persone diverse e appassionate, che condividono la volontà di rendere la rete un luogo migliore, meno violento, più rispettoso e civile.
Un impegno a contrastare i linguaggi d’odio in Rete. Un impegno che il gruppo Sei di Spinea se… 2.0 ha da sempre nel suo dna.
Ecco il Manifesto della Comunicazione non ostile, da leggere con attenzione:
1. Virtuale è reale
Dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
2. Si è ciò che si comunica
Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
3. Le parole danno forma al pensiero
Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
4. Prima di parlare bisogna ascoltare
Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
5. Le parole sono un ponte
Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
6. Le parole hanno conseguenze
So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
7. Condividere è una responsabilità
Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
8. Le idee si possono discutere.
Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
9. Gli insulti non sono argomenti
Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
10. Anche il silenzio comunica
Quando la scelta migliore è tacere, taccio.
Pensiamoci….
D. B.
(24 maggio 2018)