Pillole di storia – Idrografia antica di Spinea

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Come era anticamente l’ idrografia del nostro territorio? Proviamo a descriverla facendoci aiutare ancora da Luigi Gallo.

Sappiamo che attorno all’attuale territorio di Crea, di Rossignago e di Orgnano si estendevano delle paludi, come abbiamo capito anche dall’analisi toponomastica dei luoghi.

A sud di Crea scorrevano le acque del fiume Muson, chiamato Misquilente alla sorgente, poi fiume vecchio, quindi cime ed anche Bottenigo verso la foce.

Il nostro Muson era il naturale confine dei municipi romani di Padova e Altino. Il sigillo del comune di Padova portava inciso il motto “Mons, Muson, Athes, mare mihi certos dant fines” cioè “Monte Grappa, Muson, Adige e mare mi danno sicuri confini”.

Tali confini verranno contestati tra i due comuni prima, poi da Venezia, e diverranno una linea fortificata ricca di castelli da Camposampiero fino a Spinea.

Anche Orgnano si trovava in quel periodo bagnato dalle acque di un fiume proveniente da Mirano e fu il sito prescelto per la costruzione del castello ormai scomparso, come abbiamo già raccontato.

L’antica idrografia spinetense contava ancora il Tergola o Piovego ed il Luxor o Lusore a sud. Il territorio settentrionale era percorso e fecondato dalle acque dell’antichissimo corso del Parauro, che usciva dalla palude di Orgnano con il nome di Draganzolo.

Attorno al castello di Orgnano scorreva un ramo del Muson chiamato Musonetto o Cimetto. Un secondo ramo era il Clarino.

Tutti questi fiumi si univano al Marzenego e sfociavano nella laguna nel porto di Caverniaco, presso Campalto.

Gli antichi romani che percorrevano e abitavano il territorio usavano certamente i corsi d’acqua per i loro spostamenti, ma in seguito la Serenissima Repubblica dovette prendere delle decisioni fondamentali per la sopravvivenza della città di Venezia.

Il territorio mestrino veniva infatti troppo frequentemente travolto dalle inondazioni dei fiumi e i detriti che si riversavano in laguna rischiavano di interrarla. Se ciò fosse avvenuto la città avrebbe subito una lenta e sicura morte e si diede quindi il via a colossali opere idrauliche che trasformarono la geografia idrografica del territorio, oggi totalmente diversa da allora.

(tratto da “Spinea” di L. Gallo)


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