PILLOLE DI STORIA – L’ORATORIO DI SANTA MARIA ASSUNTA

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L’Oratorio di Santa Maria Assunta si trova lungo via Rossignago, semi nascosto da una siepe, e chi non è originario di Spinea spesso nemmeno si accorge della sua presenza, che pur dura da secoli.

LA STORIA

Il primitivo edificio di Santa Maria Assunta sorge probabilmente tra il decimo e l’undicesimo secolo, quale chiesa madre del territorio di Spinea, soggetta alla giurisdizione del Vescovo di Treviso e dotata di fonte battesimale.

L’usura del tempo e gli scontri tra i vari eserciti che si contendevano il territorio, in particolare nel 1320 durante la battaglia di Orgnano, ne causano la distruzione quasi totale.

Nel 1382 viene ricostruita, partendo praticamente dalle fondamenta, per volere dell’allora Vescovo Pietro da Baone e diventa chiesa campestre e centro di culto mariano.

Nel 1474, a causa della povertà della chiesa e della necessità di costanti manutenzioni e restauri, viene stipulato un contratto con cui si riconosce alla famiglia di Antonio Negri lo iuspatronato: la facoltà di nominare un mansionario ma anche l’obbligo di rifabbricare l’edificio e di concorrere al mantenimento del cappellano.

Tuttavia nel 1533 l’ufficiatura delle messe risulta già abbandonata ed il Nunzio Apostolico intima a Marino Negri di “riattar la chiesa che trovasi in disordine” .

Altre contese sul diritto di nomina del mansionario causano nuovamente ulteriori danni dovuti a lunghi periodi di incuria fino a che, dal 1767 al 1785 si procede ad un nuovo accurato restauro a cura di Rinaldo Pusterla.

Nel verbale di una visita pastorale compiuta del Vescovo Giustiniani nel 1769 compare per la prima volta l’intitolazione della chiesa alla “B. Maria Vergine nei Cieli Assunta”, nome rimasto fino ad oggi, e all’Assunta risulta dedicata la pala sull’altare.

 

 

Ma ben presto lo stato della chiesa torna a peggiorare e nel 1851 è nuovamente non utilizzabile per le funzioni religiose, tanto che nel 1853 viene ufficialmente sospeso l’Oratorio dal culto fino a che “non sia stabilito nella primiera decenza e provveduto ai necessari arredi”.

Dopo qualche tempo si da il via a nuovi lavori integrali di restauro, interamente finanziati dai parrocchiani, e vengono apportate anche delle modifiche strutturali: viene rifatta la pavimentazione, vengono aperte nuove finestre e viene spostato l’altare, originariamente appoggiato al muro.
L’Oratorio viene nuovamente benedetto nel 1855, il 15 agosto, giorno in cui si ricorda l’Assunta.

Diventa proprietà del demanio nel 1867 e viene acquisito dalla famiglia Pasqualetto nel 1871 e continua ad essere un curato luogo di culto almeno fino al 1908.

Poi la situazione cambia nuovamente e nel verbale di una visita pastorale del 1924 risulta nuovamente non utilizzato da tempo ed in uno stato di abbandono ed incuria che dura fino alla “scoperta” degli affreschi nel 1979 e alla successiva acquisizione dell’Oratorio da parte del Comune, avvenuta nel 1981, che ne ha curato l’ultimo restauro.

 

LE OPERE PITTORICHE

Gli ultimi lavori di restauro hanno permesso di portare alla luce una serie di affreschi che erano stati ricoperti, nei secoli, da strati di intonaco e tinteggiature, tanto da farne perdere ogni memoria.

(Madonna dell’umiltà)

Sulla parete nord si trova una serie ininterrotta di figure sulla quale appaiono evidenti i danni provocati dall’apertura delle nuove finestre operata durante la ristrutturazione del 1855.

(S. Girolamo)

Gli affreschi sono stati eseguiti da più mani tra il 1300 ed 1400 e sono per lo più una serie di raffigurazioni della Madonna, rappresentata in vari atteggiamenti: la Madonna della Rosa, la Pietà, la Madonna con Bambino in trono, la Madonna con Bambino tra S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova, la Madonna dell’Umiltà e altra Madonna con Bambino. Sono presenti anche una raffigurazione di San Girolamo e lo stemma vescovile di Pietro da Baone.

(la Pietà)

Sulla parete est sono visibili solo alcune tracce di una decorazione a festoni e a motivi floreali.

Sulla parete sud è stata ritrovata una zona decorata a motivi geometrici floreali e su uno strato sottostante sono state individuate tre figure scarsamente leggibili con un libro in mano, il che fa supporre possa trattarsi dei tre dottori della Chiesa: S. Gregorio Magno, S. Agostino e S. Ambrogio.

(informazioni tratte da “Santa Maria in Rossignago” a cura di P. Ticozzi)

D. B.

 


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