PILLOLE DI STORIA – VILLA SIMION (terza parte)
Continuiamo la storia di Villa Simion.
Siamo arrivati al 1934, quando la villa passa dalle mani dei fratelli Giovanni e Giacomo Bortoluzzi all’Istituto di Credito Fondiario delle Venezie, una banca con sede in Verona.
Questa, con un rogito notatile del 1935, la vende a Pia Fiori sposata Franco, e la villa prende il nome di “Villa Franco”.
La chiesetta padronale, che non era stata acquistata dalla banca perché fatiscente e non redditizia, viene invece ceduta dai fratelli Bortoluzzi alla Fiori con un semplice atto di rinuncia nel dicembre del 1937.
Probabilmente è in questi anni che la villa inizia il suo declino: i proprietari non vi risiedono abitualmente e non garantiscono quella continua e attenta cura di cui gli immobili di questo tipo hanno bisogno.
Le vicine case a schiera vengono alienate e costituiscono un corpo indipendente, a cui si accede dall’unica piccola via su via Miranese (Roma), chiamata “calle”.
La struttura interna dei locali viene modificata e si ricavano una decina di unità immobiliari da dare in locazione. A causa di questo, purtroppo, i muri vengono imbiancati e le poche fasce decorate ad affresco o stucco vengono scalfite. Anche il parco retrostante, orami trascurato ed incolto, viene affittato per uso agricolo, perdendo così l’originaria destinazione.
Questa situazione dura per trent’anni. E’ infatti il 1967 quando l’Amministrazione Comunale di Spinea viene a conoscenza dell’intenzione della signora Fiori di vendere la proprietà.
(villa Simion negli anni ’60)
Vengono incaricati dei tecnici di eseguire una perizia e il valore viene stimato in lire 30.417.500. Iniziano le trattative tra le parti e il prezzo dell’intera cessione viene infine fissato in lire 22.000.000.
Il 31 ottobre 1967 il Consiglio Comunale approva all’unanimità l’acquisto della villa al prezzo pattuito e a condizione che si contragga un mutuo.
(delibera del Consiglio Comunale del 31 ottobre 1967)
Nel verbale di deliberazione (depositato nell’Archivio Comunale) si leggono le considerazioni e i propositi che accompagnano la decisione. Dopo aver ricordato la veloce crescita demografica di Spinea, dovuta al polo industriale di Marghera, si afferma
“In questa visione ampia del futuro benessere, dilatato a tutte le categorie sociali, non possiamo perdere di vista come non vi sia effettivo progresso nella sola ricchezza: è necessario che parallelamente vengano avviate, sostenute e potenziate, tutte quelle iniziative sociali che consentano ed avviino ad una vita migliore, non solo economicamente, ma civilmente.
Dobbiamo potenziare le attrezzature sociali.
(…) Spinea che è famosa per i parchi, non ha un parco pubblico. Spinea, che sente per vocazione l’importanza del problema sociale, non ha un centro sociale dove i cittadini possano trovarsi, scambiare le proprie idee, in un luogo fuori dagli esercizi pubblici (…).
L’Amministrazione ha da anni cullato tale obbiettivo. Ora si presenta una soluzione (…). Entrati in possesso dell’immobile si presenterà il programma dettagliato per rendere disponibili sia il fabbricato che l’area per la sistemazione a centro sociale della villa e a parco pubblico dell’area antistante e retrostante. (…)
In quel centro si potrà avviare a soluzione il problema del nostro tempo: il problema del “tempo libero”.
Ricevute anche le autorizzazioni dalla Giunta Provinciale Amministrativa e dal Prefetto, il sindaco Angelo Simion, per il Comune di Spinea, stipula il contratto di compravendita con Pia Fiori, è il 30 dicembre 1968.
Si cercano nuove abitazioni per le famiglie ancora residenti, si contratta con il contadino affittuario per la rinuncia alla conduzione del fondo e si iniziano i lavori di restauro e sistemazione della villa. Durante i lavori, lunghi e complessi (tra gli altri si realizza una nuova pavimentazione alla veneziana, si demoliscono alcune murature interne e si sostituisce completamente il solaio), tornano alla luce elementi decorativi nascosti, come il soffitto di tipo sansovinesco, i fregi in stucco del salone d’ingresso, le chiavi di volta in pietra tenera e le tracce di un affresco sulla facciata meridionale.
L’immobile viene inaugurato nel settembre del 1977 e in memoria del sindaco che ne volle l’acquisto riceve la denominazione di “Villa Simion”, come noi tutti oggi la conosciamo, e da allora è la sede della Biblioteca Comunale.
Nel 1994 inizia un nuovo intervento di restauro, anche questo complesso e diretto a più aspetti di sicurezza e di recupero.
Vengono riportate alla luce delle antiche arcate del portico settecentesco del lato sud e sono riaperte le finestre oscurate del corpo centrale.
Durante i lavori di scavo del vano dell’ascensore, a mezzo metro di profondità, si incontra una volta a botte, completamente ostruita, di una galleria in mattoni che partendo dal muro esterno si dirige a settentrione. Nel terriccio sono state rinvenute boccette di vetro per oli medicamentosi, cocci di vasellame e i resti di una elegante brocca con la superficie decorata a festoni con frutta, secondo le tecniche della maiolica veneziana usate anche nel 1800, secolo a cui potrebbe appartenere.
(i resti della brocca ritrovati)
Questa la storia della nostra villa, della nostra biblioteca. Quest’anno ci sono in programma diversi eventi per l’anniversario, speriamo di aver aiutato chi ci ha letto a comprenderli meglio…
D. B.
(fonte “Villa Simion a Spinea” di G. Conton e S. Di Giusto)
Se hai perso la seconda parte della storia di Villa Simion, puoi leggerla qui